17 settembre 2014 | Conflitti

ThinkAgain TurnAway: il progetto di Obama per contrastare ISIS sui Social Media

A fine luglio è apparso su Youtube un video intitolato Welcome to the ‘Islamic State’ Land. Mostra esecuzioni, attentati, teste mozzate: tutti gli orrori che si attribuiscono a ISIS. E avverte: “Travel is inexpensive you won’t need a return ticket!” (“viaggiare è poco costoso, perché non avrete bisogno del biglietto di ritorno!”).

La qualità del video sembra amatoriale ma in realtà si tratta di una produzione del Dipartimento di Stato USA che fa parte del progetto ThinkAgain TurnAway: una vera e propria campagna online per contrastare i proseliti e i reclutamenti di ISIS sui Social Media. Il progetto comprende un canale Youtube, un account Twitter e una pagina Facebook. E il mood è più meno lo stesso: si postano testimonianze, immagini e video dei crimini diISIS, denunciando più volte l’isolamento del gruppo nel mondo islamico (ad esempio sottolineando le accuse a ISIS di comunità religiose arabe, come quella dei Fratelli Musulmani).

Come riporta il TIME, ThinkAgain TurnAway è solo una delle tante campagne del CSCC (Center for Strategic Counterterrorism Communications), un ufficio del Dipartimento di Stato statunitense attivo dal 2011 per ordine del Presidente Obama. Con un budget di soli 6 milioni di dollari l’ufficio cerca di contrastare la propaganda online di gruppi terroristi in tutto il mondo, non solo postando contenuti dai propri canali ma monitorando gli avamposti islamisti della rete (per lo più su Twitter e su alcuni forum di discussione) per fare quello che in gergo marketing si chiama “infiltration”: rispondere nelle piazze telematiche alle affermazioni dei jihadisti in modo di prevenire futuri reclutamenti.

C’è da sottolineare, come fa lo stesso coordinatore del Centro, che il target di questa attività non sono i terroristi, ma chi terrorista non lo è ancora diventato: una massa di utenti estremamente grande e variegata che è continuamente bombardata, notte e giorno, dai proseliti di chi la vorrebbe reclutare nelle proprie fila.

In particolare l’istituzione del progetto ThinkAgain TurnAway all’interno del CSCC è la risposta dell’Amministrazione USA al sempre più sofisticato uso dei Social Media da parte di ISIS: per la prima volta un gruppo jihadista non fa più proseliti esclusivamente su forum islamisti (spesso privati e protetti da password), ma si rivolge ad una platea più larga possibile attraverso le piattaforme sociali. Basti pensare che sono stati creati 60mila account Twitter per annunciare al mondo l’esistenza del gruppo, tra cui 27mila solo dopo la decapitazione del giornalista statunitense James Foley. Su Twitter l’ISIS posta immagini grottesche di teste mozzate (il cosiddetto jihad-porn) e cerca di reclutare nuovi adepti alla propria guerra. E nulla viene lasciato al caso: ISIS assume anche veri e propri Social Media Strategist per realizzare le proprie “campagne”, individuando di volta in volta hashatag mirati per ottimizzare la propria comunicazione e appoggiandosi perfino ad un App proprietaria, The Dawn of Glad Tidings (l’Alba della Buona Novella) con cui gli utenti possono mantenersi costantemente aggiornati attraverso le ultime notizie diramate dal gruppo jihadista.

E’ contro questa potenzia di fuoco mediatica che lavora il Dipartimento di Stato USA, attraverso una rete di “cyber-guerrieri” del CSCC. L’ufficio conta circa una trentina di dipendenti: quindici parlano in arabo, quattro in Urdu. Ma la novità, di poco tempo fa, è stata quella di aprire l’attività del Centro anche a dipendenti in lingua inglese. Anche in questo caso è la conseguenza ad una minaccia recente, ma decisamente concreta: ISIS sta infatti riempiendo le fila del proprio esercito reclutando musulmani disillusi dal tutto mondo, occidente e Stati Uniti compresi. Sono stati più di 100 gli americani che hanno deciso di combattere a fianco di ISIS e uno di loro, Douglas MacAuthur McCain (nativo del Minnesota) è stato ucciso il mese scorso in Siria, diventando il primo americano morto combattendo per lo Stato Islamico.

Resta da chiedersi quanto questo tipo di attività possa davvero contenere la propaganda diffusa e mirata di ISIS e quanto davvero possa scoraggiare potenziali terroristi a diventare tali: è molto difficile immaginare che un islamista si faccia influenzare da dei portavoce del governo degli Stati Uniti. Rimane però la presa di coscienza del dipartimento USA che intervenire è meglio che restare a guardare. Anche perché le conversazioni sui Social Media, come direbbe Carl von Clausewitz, sono diventate la “prosecuzione della guerra con altri mezzi”.

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