Marc Asnin è un fotografo statunitense e il suo progetto “Photographers Selfie Against the Death Penalty” è forse il primo esperimento creativo che usa i selfie come veicolo di sensibilizzazione sociale. Attraverso una raccolta fondi su crowdfunding su Indiegogo e un uso intelligente dei social media, Asnin – in collaborazione con un’associazione che si batte contro la pena di morte – ha chiesto ai fotografi di tutto il mondo di caricare dei selfie su un sito web accompagnandoli con una discalia di 140 caratteri dove spiegano il motivo per cui si oppongono alla pena capitale.
“Because states should not have the authority to purposefully end a life.” — Stephanie Sinclair
“Life itself can be unforgiving enough.” — Sim Chi Yin
“There are too many moral inconsistencies, too many biased perceptions, too many ill-informed people to make a decision to end another’s life.” — Larry Fink
“We are human and fallible. The death penalty cancels out any future discovery of innocence.” — Donald Weber
“Because violence can never bring justice.” — Federica Armstrong
“To ignore the maxim ‘It is better that ten guilty persons escape than that one innocent suffer,’ is unforgivable and not worthy of a nation.” — Ron Haviv
“Because no human is exempt from the capacity to kill when driven to extremes, forgiveness is the only way humanity can progress.” — Sara Hylton
“Violence does not end violence, killing does not end killing.” — Theo Anderson
“We as a people do not and should not embrace the Orwellian act of dehumanization.” — Marc Asnin
La campagna fa parte di un progetto più ampio di cui fa parte anche un libro “Parole Finali”, che raccoglie le ultime 517 dichiarazioni dei prigionieri nel braccio della morte del Texas prima delle loro esecuzioni. Le loro “parole finali” sono ri-combinate alle loro foto segnaletiche e ai reati per cui sono stati condannati.
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